31 gennaio 2017

31 gennaio 1990 - Il primo in Russia

Il 31 января (come dicono loro) si celebra la riccorrenza dell'apertura del primo McDonald's in Russia, in piazza Pushkin a Mosca.



All'alba di quel giorno, più di 5.000 persone si erano già radunate di fronte al ristorante, in attesa dell'apertura. Nel suo primo giorno di lavoro il ristorante servì più di 30.000 clienti, stabilendo il record mondiale per il primo giorno di lavoro di un locale della catena. Il precedente primato, polverizzato, era quello di Budapest con 9100 ordinazioni.

Davvero impressionanete vedere le foto e soprattutto il video di quella giornata, con una fila di quelle consegnate alla storia. La cosa da un certo punto di vista è anche molto emozionante.

Non più tardi di domenica scorsa ho incontrato due amiche con la rispettiva prole, una bambina ed un bambino, che era entusista per essere appena stata a prendere un Happy Meal, cosa che fanno e che possono fare abbastanza spesso. Ebbene, se due bambini sono così felici per aver fatto una cosa quasi normale, pensate a tutta quella gente che per la prima volta poteva toccare con mano qualcosa di così strettamente occidentale.





Quello che segue invece è il filmato di quel giorno storico


30 gennaio 2017

Paesaggi

Nello spostamento da Porto Potenza a Sant'Elpido a Mare, nel pomeriggio mi sono ritrovato sulla collina civitanovese ed ho scattato qualche foto. Peccato non essere arrivato un po' prima quando la luce era spettacolare.






29 gennaio 2017

Montecarlo, gioca 2 milioni di euro senza avere i soldi

Numero uno assoluto questo signore che è riuscito a truffare addirittura il Casinò di Montecarlo. 

Come riportato dal Messaggero, l'uomo in questione, si presenta nell'ufficio della società del Casinò che gestisce i fidi bancari in qualità di custode giudiziario, nominato dal Tribunale di Lodi, incaricato di rivendere i beni immobiliari del proprio assistito, oramai defunto. E riesce a farsi consegnare  "fiches" per un valore complessivo di 1,8 milioni di euro. Per garanzia lascia in cassa una sfilza di assegni, esattamente 18. Risultati poi falsi.


Il problema però è che al signor Paolo Gigli, questa americanata è costata 18 mesi di carcere da scontare senza condizionale e l'obbligo di restituire i soldi. Sempre che riescano a prenderlo..

[Leggi l'articolo]

28 gennaio 2017

Operava in una clinica clandestina

Per la serie Notizie strane dal mondo, eccone una che viene dall'Argentina dove un chirurgo cinquantenne, che operava in una clinica clandestina, è stato arrestato in seguito agli sviluppi di un'indagine di una donna morta in seguito a una liposuzione. 


Carlos Arzuza, di Mendoza, operava infatti senza le minime condizioni igienico-sanitarie in una struttura sconosciuta alle autorità. 


Fin qui, nulla di strano. Una brutta storia di malasanità e truffe in un paese dove non risulta un caso raro. A sorprendere sono le condizioni in cui si trovava l'uomo al momento dell'arresto: il chirurgo infatti, era convalescente in casa dopo aver eseguito su se stesso un'operazione di ingrandimento del pene, peraltro fallita.  

Le indagini che hanno portato all'arresto dell'uomo riguardavano la morte della 48enne Beatriz Gattari, morta mercoledì scorso. 

[Corriere Adriatico]

27 gennaio 2017

Giornata della Memoria

Oggi si commemora la Giornata della Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per ricordare delle vittime dell'Olocausto. 

Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.




Sono stato ben quattro volte nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, non perché la cosa mi piacesse particolarmente ma perché sono andato sempre con persone diverse e a parte la prima, in tutte le altre ero la guida.

La prima visita fu nel giugno del 2005, uno dei miei primi viaggi all'estero, quando ancora non ero particolarmente esperto ed andava al seguito dell'amico Paolo che mi ha trasmesso la passione per i viaggi.

Tornai nell'agosto del 2009, già esperto viaggiatore e portai il mio amico Simone, durante un lungo viaggio tra Polonia ed Ucraina. La terza volta fu due anni dopo, nell'aprile del 2011, quando ad andare fummo addirittura in sei. Ero con due amici e tre colleghi di lavoro.

L'ultima visita è stata lo scorso agosto, durante un viaggio attraverso Germania e Polonia, accompagnato da due amici, di cui uno solo era già ed ovviamente siamo dovuti tornare. Essendo arrivati solo nel pomeriggio, dopo un lungo viaggio in auto, non ci è stato possibile entrare ad Auschwitz per via della troppa fila ed abbiamo quindi proseguito per Birkenau dove, data la vastità del campo, non ci sono ingressi contingentati ma si entra liberamente e senza bisogno di fare il biglietto.

26 gennaio 2017

Degrado e sporcizia in pieno centro

Se non fosse per quello che c'è sotto, un rudere fatiscente a sinistra ed una casa con tutti i comfort a destra, direi che i due tetti nella foto un po' di assomigliano. 

Quella a destra è una tipica abitazione scandinava mentre a sinistra una casetta abbandonata da secoli nel centro di Civitanova che ho fotografato qualche giorno fa.



Civitanova, casa fatiscente in pieno centro: la denuncia dei residenti

In via Gondola a Civitanova, a due passi dal Donoma, c'è una casa abbandonata che sta facendo molto discutere negli ultimi tempi. Le sue condizioni erano già pessime, praticamente da sempre, ma nell'ultimo periodo, dopo che i vandali ne hanno sfondato il portone (senza troppa fatica viste le condizioni in cui si trovava) è diventa un caso per la sporcizia che è venuta alla luce.

Basta affacciarsi su quel che rimane della porta per vedere una situazione di totale degrado all'interno. C'è sporcizia ovunque e ci sono perfino un paio di bombole del gas, per cui, nella malaugurata ipotesi di un incendio, ci sarebbe anche di che preoccuparsi per i residenti della zona. Residenti che, ricordiamo, lamentano già problemi con alcuni fruitori della vicina discoteca che a volte, non hanno comportamenti proprio ortodossi.

Abbiamo sentito una ragazza che abita in quella via e ci dice che la casa è così da sempre. Lei abita in via Gondola da 18 anni e se la ricorda sempre così ma con i vandali ubriachi che hanno rotto la porta qualche settimana fa, la situazione è esplosa.

Nel quartiere si vedono molti topi e lei si cura personalmente di mettere il veleno per eliminarne qualcuno, ma sarebbe auspicabile un intervento risolutivo da parte dei proprietari o, se possibile, dal Comune.

La cosa è stata ovviamente segnalata sia a Palazzo Sforza che al comando dei vigili, già da molto tempo e ripetutamente, ma al momento la situazione ancora non è stata risolta. In un primo tempo, dopo lo sfondamento della porta, era stata messa una lastra di plexiglass a protezione dell'ingresso ma successivamente è stata rotta anche quella e al momento non c'è più nulla se non il telaio semi distrutto di quello che era un portone.

Per quanto riguarda la proprietà, lei non ha idea di chi possa essere ma i vicinati dicono che sia uno dei casi di un'eredità divisa tra molti discendenti, per cui è molto difficile rintracciarli ed obbligarli a metterla in sicurezza, come prevede la legge.

La settimana scorsa, dopo l'ennesima denuncia, sono arrivati i vigili a fare qualche foto, segno che qualcosa si sta finalmente muovendo.




25 gennaio 2017

Finti paladini dell'anti ludopatia

Sabato scorso, il programma televisivo 'Che tempo che fa', condotto da Fabio Fazio, si è scagliato contro il mercato del gioco pubblico. Lo ha fatto attraverso la Littizzetto, che se la prende con la pubblicità del gioco ed in particolare con i calciatori. Sul punto però non si tira indietro neanche il signor Fazio, il quale sottolinea questo fenomeno come "terribile", in un "paese dove esiste una ludopatia pazzesca". 

Parole bellissime ma che dette da lui, sono quanto meno oltraggiose e sicuramente una presa in giro nei confronti del pubblico che ricorda benissimo quando il viscido pubblicizzava il gioco del lotto.

Per quelli che non lo ricordano, c'è il filmato seguente..

https://www.youtube.com/watch?v=Ck6-yV-iYIM&feature=youtu.be

24 gennaio 2017

Il linguaggio delle toilette

Da quello che apprendiamo sui giornali, sembra che in Giappone, i principali produttori di wc si siano accordati per standardizzare i simboli usati nelle loro creazioni.



Se non avete mai avuto contatti con qualcuno che c'è stato o addirittura andati voi stessi o più semplicemente letto notizie a riguardo, forse non saprete di cosa si parla ma quelli informati conoscono benissimo il livello di tecnologia che questi signori adoperano nei loro bagni. 

Una cosa veramente spaziale dove tutto è automatizzato e computerizzato. Dai getti d'acqua che ti fanno il bidet ai soffioni per asciugarti, con regolazioni di temperatura ed intensità e altre innumerevoli funzioni.

Tutte queste cose sofisticate, adesso finalmente hanno dei simboli comuni ed una volta fatto lo sforzo (mai termine fu più appropriato in questo caso) di impararli, saranno sempre gli stessi anche nelle altre toilette. 




 Leggi l'articolo..

23 gennaio 2017

Civitanova: nuova chiusura in centro

Dopo aver visto su Facebook della chiusura con polemica di un bar su Corso Umberto I, ho chiesto aiuto agli amici (e parenti) ed ho ottenuto: foto del posto, nome del titolare e numero di cellulare dello stesso. Ma chi ce li ha degli amici come i miei!?




Ho provato a contattare il Rinaldelli per tutto il pomeriggio ma non aveva molta voglia di parlare. Alla fine l'articolo è uscito lo stesso ma sarebbe stato migliore se fossi riuscito a fare qualche domanda. Pazienza.



"Amen e così sia": a Civitanova chiude un altro esercizio commerciale

Abbiamo appreso della chiusura dell'ennesima attività del centro di Civitanova. Si tratta di un bar di Corso Umberto I, al civico 193 e polemicamente il proprietario, titolare anche di una nota agenzia immobiliare, ha affisso un cartello con la scritta "Amen e così sia".

Nel gruppo cittadino "Civitanova Speaker's Corner" molti colleghi imprenditori hanno espresso la loro solidarietà e sui motivi della chiusura, pur senza avere nessuna dichiarazione ufficiale, dal modus operandi, si ipotizza che si tratti del calo degli affari dovuto ad una crisi economica che sembra non finire mai.

Tra i vari commenti, quello che riassume in maniera più approfondita la situazione è quello di Dimitri che scrive: "Il tessuto industriale non esiste più, la disoccupazione (inoccupazione, cassa integrazione, mobilità, nero) è sotto gli occhi di tutti, la mancanza di capacità di spesa toglie ossigeno al commercio. In tutto questo tasse esplicite su cui si può fare poco e tasse implicite (furti, effrazioni, disordine, rischi di ogni tipo, insoluti, truffe) su cui si potrebbe fare molto costituiscono il sigillo in ceralacca della situazione economica".

Qualcuno ha puntato il dito sui centri commerciali che spostano le persone dal centro alla periferia ma il sentimento comune è che siano le troppe tasse, anche comunali a creare queste situazioni.

Abbiamo contattato al telefono il titolare ma questo pomeriggio era in riunione e non ci ha potuto rispondere: a breve avremo anche una sua dichiarazione.



22 gennaio 2017

Il sistema scolastico svedese

Basta cercare "scuola Svezia" con Google per accorgersi di quanti siti ci siano che spiegano il loro modello scolastico e potete aprirne quanti ne volete ma troverete sempre e solo commenti positivi.

Avevo già trattato l'argomento qualche anno fa, quando, credo su Report, fecero vedere questo servizio su una scuola della periferia di Stoccolma. E' eloquente il commento iniziale quando si dice: "nel quartiere più povero gli svedesi hanno deciso di fare la scuola più bella".

Molto interessante anche l'articolo seguente, preso da insvezia.com che spiega le principali caratteristiche del modello scolastico svedese.



La scuola in Svezia: libri e mensa gratuiti e lezioni interattive all'aria aperta 

Oggi provo a descrivervi il modello scolastico svedese, sostanzialmente diverso dal quello italiano. Molti di voi rimarranno stupiti da ciò che la scuola in Svezia ha da offrire ai bambini, genitori ed insegnanti.

Alla fine della lettura, sapete dirmi quali parti del sistema scolastico scandinavo vorreste vedere nel sistema formativo italiano?
 

Quanto costa mandare i propri figli a scuola in Svezia?

Tanto per cominciare,  la scuola in Svezia è gratuita: gli studenti ricevono i libri, quaderni, materiale didattico (compresi i tablet) ed hanno accesso alla mensa senza dover pagare una retta scolastica.

Tutto questo è garantito dal fatto che una parte considerevole delle entrante tributarie della nazione è destinata all’istruzione. Nel bilancio 2016, il governo proponeva un investimento di 2,4 miliardi di corone da destinare alla scuola. Insieme agli investimenti già previsti dal bilancio 2015, l’investimento totale del 2016 ha raggiunto quasi i 5 miliardi di corone.
 

I cicli scolastici in Svezia

I bambini di età compresa tra uno e cinque anni hanno accesso alla Főrskola (quella che ancora oggi molti svedesi chiamano col nome di Dagis), ovvero la nostra scuola dell’infanzia.

A 6 anni possono iscriversi alla Förskoleklass, che è un anno di pre-elementare non obbligatoria.

Dai 7 ai 16 anni i bambini accedono alla Grundskola (tradotta come scuola di base, cioè le nostre elementari e medie per l’istruzione primaria)

Infine, dai 16 ai 19 anni, i ragazzi si iscrivono alla Gymnasieskola (scuola superiore o di istruzione secondaria) .

I genitori possono scegliere tra un istituto in cui la lingua d’insegnamento è lo svedese, uno in cui l’insegnamento è al 50% in svedese e il restante in inglese, oppure l’opzione della “scuola internazionale”, in cui tutte le lezioni si tengono in inglese.
 

Aule spaziose, 17 bambini per classe, rapporto maestri-bambini di 1 a 5

Le aule delle Förskolor sono ambienti spaziosi che consentono ai bambini ed insegnanti di muoversi agevolmente attorno ai banchi. Sono spesso munite di un grande tappeto sul quale sedersi, senza scarpe e a gambe incrociate, per ascoltare una storia o guardare un filmato e giocare.

Secondo le statistiche del 2015, in Svezia il rapporto educatore bambino è di uno su 5,2 nella Förskola, con classi medie di 17 bambini.

In Italia la legge prevede la presenza di “1 educatore ogni 8 bambini iscritti di età compresa tra i 13 e i 24 mesi, di 1 educatore ogni 10 bambini di età compresa tra i 25 e i 36 mesi”


Al docente principale se ne affiancano altri, di Educazione fisica, di Musica e di Arte. Le materie considerate più importanti sono lo Svedese, la Matematica e l’Inglese.

Le lezioni in classe sono piuttosto brevi ed “interattive”, con pause gioco e pause di lettura.
 

Attività all’aria aperta a -10: pazzia o sadismo degli insegnanti svedesi?

Nella Főrskola l’orario prevede l’apertura dalle 06:30 alle 18:30, ma la maggior parte dei genitori lasciano i figli prima di andare a lavoro (tra le 07:30 e le 08:30) e li passano a prendere tra le 14:30 e le 16:00.

Le attività didattiche rivolte ai bambini hanno una durata variabile tra i 20 e 30 minuti e sono spesso intervallate da pause di gioco (ovviamente i giochi sono forniti dalla struttura scolastica, cosa pensavate?) ed anche da uscite all’aria aperta, anche quando le temperature sono ben sotto lo zero, fuori nevica oppure piove e c’è il ghiaccio.

Gli insegnanti svedesi non lo fanno mica per motivi di pazzia o sadismo nei confronti dei loro allievi! I giochi e le attività all’aria aperta sono considerate essenziali per potenziare le difese immunitarie ed abituare i fanciulli al clima rigido, per godere al massimo delle poche ore di luce durante l’inverno ed insegnare loro ad amare la natura.
 

Giorni di scuola in Svezia e periodi di vacanza

Mediamente i bambini svedesi frequentano la scuola 178 giorni all’anno, quindi meno dei bambini italiani che hanno una media di 200 giorni scolastici. L’anno scolastico inizia nella seconda metà di agosto e termina ad inizio giugno. Non vi sono comunque delle vere date ufficiali, visto che gli istituti hanno grande autonomia.

La settimana di scuola in Svezia va dal lunedì al venerdì. Il sabato e domenica sono giorni da passare in famiglia, non seduti ai banchi di scuola.

I periodi di vacanza sono distribuiti su tutto l’anno scolastico. Si comincia con la höstlov, Santa Lucia, Natale, le vacanze invernali, Pasqua, l’Ascensione, Pentecoste ed infine le vacanze di giugno. Per la lista completa dei giorni di festa e vacanza in Svezia leggete questo articolo.
 

Libertà di insegnamento, niente bocciatura e colloqui con i bambini
Sebbene i metodi di insegnamento siano caratterizzati da una grande libertà, gli insegnanti seguono un approccio di tipo “induttivo” nell’educazione degli allievi. I bambini vengono infatti “guidati” a scoprire le soluzioni dei problemi e stimolati ad essere il più attivi possibile.

Tuttavia, per controllare e garantire sia l’uniformità che la qualità generale della scuola in Svezia, sono previste delle prove nazionali per tutti i bambini che frequentano la classe terza, sesta e nona.

Un’evidente differenza con la scuola italiana è nella valutazione e giudizi degli alunni da parte degli insegnanti. Difatti, nella scuola svedese non esiste la bocciatura. I voti iniziano ad essere assegnati dall’età di 13 anni in poi.

Ricordate le tanto temute riunioni che si svolgevano tra i nostri genitori e gli insegnanti quando eravamo piccoli?  Ebbene, in Svezia si svolgono in maniera decisamente diversa dalla quale siamo stati abituati noi. Infatti somigliano di più ad un colloquio tra bambino ed insegnante, che si svolge davanti alla presenza dei genitori. Strano, vero? E non è finita qui!


I maestri domandano all’alunno se si trovi bene nella classe, che cosa gli manchi, cosa gli insegnanti e la scuola possano fare per lui. Gli obiettivi di apprendimento non sono rivolti alla classe ma individuali e si considera ogni bambino in gara con se stesso, per colmare le lacune nella lettura o nel calcolo.

Ora, preparatevi bene perché adesso arriva la ciliegina sulla torta. Ai bambini svedesi gli insegnanti non assegnano i compiti da fare a casa tutti i giorni, ma solo una volta alla settimana. Gli stessi, non richiedono un gran tempo per essere completati.

Penso che tutte queste peculiarità del sistema educativo svedese si rispecchino successivamente nell’approccio alla vita che ha lo Svedese adulto, il quale non si ammazza  di lavoro (gli straordinari sono più unici che rari), si prende costantemente pause cafè e fika, non ama i contrasti e la competizione all’interno di un gruppo.

21 gennaio 2017

Ho trovato lavoro

L'ultima volta che ho passato un badge è stato a giugno del 2015 e poi cassa intergrazione prima e mobilità poi, da metà febbraio 2016, per un anno. A meno di un mese dalla scadenza della disoccupazione, dopo il colloquio di oggi pomeriggio, posso ufficialmente dire di avere un nuovo lavoro.



Ho sfruttato questo lungo periodo di inattività per cercare di imparare qualcosa di nuovo e provenendo io dal campo informatico, mi sono studiato qualcosa in quel settore. Nonostante avessi un sito personale già da più di dieci anni, ho iniziato a vedere come realizzarne in maniera professionale, ne ho creato uno con il mio curriculum e l'ho pubblicizzato anche a pagamento ma la differenza l'hanno fatta gli amici. Si perché il sito, condiviso su Facebook da un po' di loro, è stato visto e letto con interesse da quello che tra qualche giorno sarà il mio nuovo titolare.

Gli amici sono una risorsa incredibile e devo dire di averne di grandissimi. Senza fare nomi voglio ringraziare tutti perché da ognuno, poco o tanto, ho avuto e sto avendo comunque qualcosa.

Ricordo come nel lontanto dicembre 1990, parlando con un ex compagno di scuola, mi disse che il fratello era stato a parlare con una ditta di informatica che aveva bisogno di una persona ma per lui era troppo lontano e non accettò quella proposta. Mi presentai nei giorni successivi e dopo due giorni ero al lavoro con loro.

Persi quel lavoro nel 2005 e dopo due mesi, grazie sempre ad un amico, conobbi il titolare di un calzaturificio che in quei periodi aveva una crescita a doppia cifra. Fui assunto praticamente subito.

Poi la crisi, il licenziamento e la situazione attuale.

Nel frattempo non sono rimasto con le mani in mano e sono entrato in contatto (sempre grazie ad un grandissimo amico) con tre piccole aziende che avevano bisogno di una persona con le mie caratteristiche per fare dei lavoretti. Piccole cifre ma che con un bonifico inps da meno di 700 euro, hanno fatto molto comodo e la cosa bella e che posso lavorare da casa, quando voglio, di giorno o spesso anche di notte.


Oggi sono l'uomo più felice del mondo.

20 gennaio 2017

La storia di Silvia e Daniele

Ho conosciuto Silvia e Daniele qualche anno fa, ad un corso di inglese, e credo che anche loro si siano conosciuti in quelle aule. Tra l'altro, ad un corso di cad di molti anni fa, altri due amici si misero insieme e si sposarono.

Quel corso di lingua che io ho utilizzato solo per qualche viaggio in Europa, a loro è servito decisamente di più, avendo deciso lo scorso anno di andare a vivere in Irlanda. 

Di seguito la loro storia..


Fuga dei giovani all'estero: la storia dei civitanovesi Silvia e Daniele

Negli ultimi periodi si fa un gran parlare di giovani all'estero, argomento tornato in auge anche grazie alle frasi del ministro Poletti.

Ci sono due giovani civitanovasi che possono illustrarci bene la situazione, avendo scelto da qualche mese di cambiare vita e trasferirsi in Irlanda. Parliamo di Silvia e Daniele, classe 1985 lei e 1982 lui, sposati dal settembre 2015.

Entrambi avevano contratti a tempo indeterminato, lui lavorava in un supermercato e lei faceva l'impiegata in una ditta del settore metalmeccanico.

Un bel giorno, come purtroppo sta accadendo sempre più spesso in Italia, Silvia ha perso il lavoro e dal dicembre 2015 si è trovata ad ingrossare le fila dei disoccupati.

Dopo pochi mesi dal matrimonio e con un mutuo sulle spalle alla nuova famiglia è venuto a mancare metà del reddito. Un brutto colpo per i ragazzi che però non si sono persi d'animo ed hanno iniziato a cercare in lungo e in largo per la città, la provincia e la regione. Hanno battuto a tappeto tutte le ditte possibili ed immaginabili, allargando di volta in volta il raggio d'azione, arrivando fino alle provincie limitrofi.

Dopo 6 mesi, l'unica cosa che sono riusciti a trovare, nonostante l'impegno profuso, è stata purtroppo una semplice sostituzione di maternità. Non propriamente il lavoro sperato e desiderato.

E' a questo punto che si comincia a pensare all'estero come possibile soluzione e sull'esperienza di alcuni viaggi fatti, le mete che avevano in mente erano due: Regno Unito e Irlanda.

Alla domanda di come mai hanno scelto questi paesi, Daniele risponde che avendoli visitati, gli era piaciuta l'accoglienza ed il rapporto che secondo lui c'era con gli stranieri, a differenza magari di Germania e Austria, ritenute più "fredde", dal punto di vista dei rapporti umani. Un altro elemento importante che li ha portati a scegliere l'Irlanda, è stato la presenza di alcuni loro amici che hanno vissuto o che vivono attualmente da quelle parti, che li hanno aiutato fornendo consigli e tutto il supporto necessario.

Si era pensato anche gli Stati Uniti ma dopo alcuni sondaggi inziiali, sono stati scartati per via delle difficoltà insormontabili a livello burocratico. Parole testuali di Daniele: "Negli USA è impossibile entrare".

A questo punto, scelta più o meno l'area geografica, hanno iniziato entrambi a inviare curriculum. Si perché anche Daniele, nonostante avesse un contratto a tempo indeterminato, non era molto soddisfatto della nuova mansione che era stato chiamato a ricoprire.

E' proprio Daniele che sblocca l'impasse e riesce ad ottenere diversi colloqui, così a luglio scorso si trasferisce e già ad agosto è operativo, come assitente di vendita, presso un supermecato affiliato alla più grossa catena di franchising in Irlanda.

Nel frattempo Silvia iniziava a ricevere qualche risposta e la situazione si stava sbloccando anche per lei. Forte di questi contatti ricevuti, decide intanto di trasferirsi ed inizia a preparare il trasloco e sbrigare tutte le pratiche burocratiche necessarie, per loro ma anche per l'amato cane Nemo. A fine settembre raggiunge Daniele a Dundalk, cittadina di 37 mila abitanti, quasi come Civitanova, a metà strada tra Dublino e Belfast, distanti rispettivamente 95 e 106 chilometri.

Poco dopo il suo arrivo, anche la sua situazione finalmente si sblocca e trova lavoro come agente di vendita in un'azienda di rilevanza mondiale che vende articoli promozionali e gadgets per poi, dopo qualche mese, ricevere un'offerta migliore da una multinazionale americana che si occupa di pagamenti online e trasferirsi da loro.

Mattone dopo mattone, i ragazzi iniziano a costruire la loro vita in Irlanda. Comprano perfino una macchina usata perché per Daniele, raggiungere il luogo di lavoro è quasi impossibile con i mezzi pubblici.

A questo punto, dopo qualche periodo di assestamento, le cose cominciano a girare tutte nel verso giusto. Ci sono delle spese in più rispetto a prima, perché oltre all'affitto irlandese, ci sono delle rate da saldare anche in Italia ma con qualche piccolo sforzo, la cosa è assolutamente sostenibile.

Alla domanda sulla nostalgia di casa, rispondono che gli mancano i tanti amici ed ovviamente i familiari, con cui sono spesso in contatto tramite social, applicazioni e videochiamate. Quando invece parliamo di Italia, notiamo una vena leggermente polemica nella risposta: "nel nostro paese non esiste la meritocrazia ed è molto difficile emergere se non si ha la famosa spintarella, mentre in Irlanda, anche per quanto appurato personalmente nel breve periodo della nostra permanenza, la cosa è molto diversa".

Silvia ci fa l'esempio di una sua collega che dopo poche settimane, con i buoni risultati ottenuti, è riuscita ad avere una promozione che altre, molto più anziane di lei dal punto di vista lavorativo, ancora non sono riuscite a raggiungere.

Per concludere la nostra chiacchierata, chiediamo come vedono la loro vita tra qualche anno e se pensano ad un ritorno in patria prima o poi. La risposta è abbastanza decisa, da parte di entrambi: rimarremo in Irlanda fino al raggiungimento della pensione e fino ad allora, in Italia torneremo solo da turisti.

 
https://picchionews.it/attualita/fuga-dei-giovani-all-estero-la-storia-dei-civitanovesi-silvia-e-daniele

19 gennaio 2017

Accordo Ryanair, Easyjet e Norwegian

E' da qualche mese che se ne parla e sembra che ormai siamo vicini alla sua realizzazione. Parlo dell'accordo tra alcune compagnie aeree low cost europee per ampliare il loro raggio d'azione fino agli Stati Uniti. 

Si tratta di Ryanair, Easyjet e Norwegian airlines che cooperando, unirebbero la capillarità degli scali delle prime (più che altro Ryanair) ed i vettori adatti all'operazione che solo la compagnia norvegese possiede nella sua flotta.


Aerei, accordi con Ryanair ed EasyJet e biglietti a 70 euro: così Norwegian vuole farci volare low cost negli Usa

La compagnia norvegese a basso costo espande il suo piano di collegamenti sulle due sponde dell’Atlantico. Ryanair: colloqui avanzati anche con Aer Lingus

Con Ryanair, easyJet e altre low cost verso il Regno Unito, l’Irlanda e la Spagna. Da lì tutti a bordo dei Boeing 787 Dreamliner o dei già ordinati 107 Boeing 737 Max di Norwegian Air Shuttle verso la costa orientale e occidentale degli Stati Uniti. A una cifra che, preso per esempio un volo per New York, dovrebbe partire da 138-140 euro. Andata e ritorno. Il piano della compagnia nordica a basso costo Norwegian — rivelato in esclusiva dal Corriere della Sera lo scorso febbraio — non solo va avanti, ma si allarga. Perché se con Ryanair, la più grand low cost d’Europa, la firma dell’accordo slitta soltanto di qualche mese Bjørn Kjos, l’amministratore delegato della compagnia norvegese (che nei primi undici mesi di quest’anno ha trasportato 27,15 milioni di persone), cerca un’intesa anche con altri vettori. A partire da easyJet.

L’ok Usa alla succursale irlandese

«Entro il 2017 ce la dovremmo fare a stringere un accordo con Ryanair, stiamo guardando ormai agli aspetti tecnici», dice alla Reuters Kjos. I suoi aerei, dei Boeing 787, negli Usa ci volano già da mesi. Ma battendo bandiera della Norvegia. Che, però, non facendo parte dell’Unione europea, gode di un accesso limitato ai cieli americani. Ma pochi giorni fa Washington ha dato il via libera — dopo tre anni — alla succursale irlandese (quindi comunitaria) della low cost intercontinentale. E questo vuol dire che nei prossimi mesi saranno annunciati decine di collegamenti in più tra Europa e Stati Uniti. E che si aggiungono al +55% di voli previsti per l’estate 2017 da Londra verso New York, San Francisco e Los Angeles.

I voli verso gli aeroporti secondari

Il piano di Norwegian prevede che i passeggeri volino nella tratta europea con Ryanair e le altre low cost dell’accordo verso gli hub dei norvegesi (come Londra Gatwick, Barcellona, Oslo, Stoccolma) che saranno usati anche per i passeggeri italiani. Da lì l’imbarco sui nuovi ed efficienti Boeing 787 (a corridoio doppio) e, quando saranno consegnati, i Boeing 737 Max (a corridoio singolo) verso gli Usa, andando a cercare — imitando Ryanair nella sua fase di espansione — proprio gli scali americani secondari, bisognosi di passeggeri. Norwegian atterra — per esempio — a Oakland, di fronte a San Francisco, e per raggiungere New York gli aeromobili arriveranno allo «Stewart International Airport», al «Portsmouth International Airport» (che è in New Hampshire) o al «T.F. Green Airport» nei pressi di Providence, Rhode Island, che vicino alla Grande Mela proprio non è. Un modo per ottimizzare i costi e far scendere il prezzo del biglietto.

Le prospettive di Ryanair

Ryanair è uno degli snodi principali del low cost intercontinentale. Per i volumi di traffico impressionanti: nei primi undici mesi del 2016 ha trasportato 107,8 milioni di passeggeri (più di quelli dell’intero 2015). Perché le sue basi irlandesi sono un ottimo avamposto per usare aerei anche più piccoli, come i Boeing 737 Max appunto, ma anche le nuove versioni degli Airbus A321. Per il suo modello di business che, ad oggi, offre il costo del biglietto medio più basso in Europa (circa 40 euro). E perché il suo ad, Michael O’Leary, da tempo ha tracciato la nuova strada del suo vettore. «In questo momento stiamo parlando con diverse compagnie su come alimentare i loro voli di lungo raggio», confermano al Corriere i vertici di Ryanair. Con Norwegian, aggiungono, «i colloqui sono in fase avanzata», ma in parallelo anche con Aer Lingus. «Del resto dato il nostro network esteso è una mossa logica fare accordi con noi».

Il futuro di easyJet e Vueling

L’amministratore delegato di Norwegian spiega anche di voler firmare un’intesa anche con easyJet, la seconda low cost in Europa per numero di passeggeri (68,9 milioni nel periodo gennaio-novembre 2016). L’idea, secondo gli analisti, avrebbe senso dal momento che Londra Gatwick è allo stesso tempo l’hub dei norvegesi e del vettore britannico. Ma dal quartier generale di easyJet preferiscono non commentare. Alcuni mesi fa avevano spiegato a questo giornale — per bocca di Frances Ouseley, direttore per l’Italia — che «al momento siamo concentrati sull’Europa in cui vediamo parecchie opportunità di crescita». Altro vettore su cui Norwegian starebbe puntando per stringere un accordo sarebbe Vueling, la low cost spagnola che con i suoi hub a Barcellona e Madrid (dove sono presenti pure i norvegesi) costituirebbe un ulteriore avamposto verso il Nord America.


[Fonte: Corriere.it]

18 gennaio 2017

Accusata di abusi sessuali

Una notizia che a prima vista può sembrare incredibile ma leggendo l'articolo del Messaggero, sembra che sia tutto a posto, dato che in Corea può capire di allattare addirittura dodicenni.


Svizzera, allatta al seno la figlia di sette anni: accusata di abusi sessuali su minore

Un rapporto molto stretto, forse troppo, quello fra una madre e sua figlia, allattata al seno fino all'età di sette anni. Per questo motivo la donna che vive in Svizzera a Dietikon, una cittadina vicina a Zurigo, è finita sotto processo. Accusata secondo il Pubblico Ministero di atti sessuali con fanciulli e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere ad abusi.

Alla fine di gennaio dovrà comparire di fronte alla giustizia e spiegare perchè ha allattato la bambina, nata nel 2007, dall’ottobre del 2011 (all'età di 4 anni) fino alla fine del 2014 (a 7 anni compiuti), dunque quando era già cresciuta. Facendolo con regolarità per una ventina di minuti al giorno senza che la bimba avesse qualche problema che in qualche modo giustificasse questo tipo di nutrizione e di contatto. Che comprendeva anche le carezze sull'altro seno da parte della piccola. A segnalare l'anomalo comportamento della donna era stato l'ex marito, a sua volta ritenuto colpevole per non averlo impedito. 

«Non ho mai affrontato questo tema» ha detto all'Agenzia Telegrafica Svizzera il professore di diritto penale Peter Albrecht che ritiene sia teoricamente possibile che la madre venga condannata. Anche perchè non è facile determinare se ha agito per scopi sessuali. Dalla sua parte anche i pediatri d'Oltralpe che la difendono dichiarando che «è del tutto possibile che un bambino venga allattato anche per un periodo più lungo».

«Finché questa modalità va bene per la madre e il bambino, non vi sono obiezioni dal punto di vista pediatrico su un allattamento al seno di un bambino di tre o quattro anni- spiega la dottoressa Heidi Zinggeler Fuhrer a 20 Minuten-. Più un bambino è grande, tanto più importante è valutare se è nell'interesse di entrambi. È tuttavia impossibile definire un limite di età netto in cui interrompere l'allattamento».
Così anche l'Associazione Professionale elvetica di consulenza all'allattamento: «Una madre che allatta il suo bambino di quattro, cinque o sei anni, non è malata o perversa. L'abuso sessuale non avviene attraverso l'allattamento al seno».
Modalità di questo tipo non sono così rare in altri Paesi come per esempio la Corea dove il più giovane della famiglia può venire allattato anche fino ai 12 anni. Ai giudici la parola.

17 gennaio 2017

Foto della neve in regione

Ho raccolto alcune foto di amici, conoscenti e contatti, per mostrare la situazione della neve dalle nostre parti. Le più belle vengono sicuramente da Petriolo.