31 maggio 2016

Rinasce il partito comunista

Riporta il Fatto Quotidiano che il prossimo 26 giugno ci sarà la rinascita del mitologico Partito Comunista Italiano, a 25 anni dal congresso di Rimini in cui Achille Occhetto ne decretò la chiusura.

Tuttavia il presidente dell’Associazione Berlinguer, titolare dei diritti di quello che fu il simbolo e di tutta l’eredità del Pci, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha spiegato di non sapere niente di questa vicenda.

Ne vedremo delle belle.


Fonte: ilfattoquotidiano.it

Partito comunista italiano, la rinascita il 26 giugno a Bologna. Avrà il simbolo con la falce e il martello

A 25 anni dal XX congresso di Rimini - in cui Achille Occhetto calava il sipario su 70 anni di lotte - il 24 giugno si terrà una assemblea nazionale. Ma il presidente dell'Associazione Berlinguer, titolare dei diritti di quello che fu il simbolo e di tutta l'eredità del Pci, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha spiegato di non sapere niente

Il prossimo 26 giugno a Bologna rinasce il Partito comunista italiano. Si chiamerà proprio così e avrà come logo il simbolo voluto da Palmiro Togliatti e disegnato da Renato Guttuso della falce e martello con la bandiera italiana in secondo piano. A 25 anni dal XX congresso di Rimini in cui un Achille Occhetto tra le lacrime calava il sipario su 70 anni di lotte, al circolo Arci di San Lazzaro di Savena, comune alle porte del capoluogo emiliano, il 24 giugno si terrà una assemblea nazionale che sancirà l’avvio del nuovo partito. Tuttavia il presidente dell’Associazione Berlinguer, titolare dei diritti di quello che fu il simbolo e di tutta l’eredità del Pci, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha spiegato di non sapere niente di questa vicenda.

Ma andiamo con ordine. Dietro l’operazione per la ricostruzione del Pci c’è l’intero gruppo dirigente del Partito comunista d’Italia (in pratica i Comunisti italiani che furono di Cossutta e Diliberto), ma anche molti appartenenti a Rifondazione comunista, alla Cgil, al mondo della cultura, dello spettacolo. Tutto nasce nel 2014 quando 100 persone firmano un manifesto: “Di fronte alla crisi strutturale e sistemica del capitalismo” si legge nel documento, “a fronte dell’involuzione neo-centrista del Partito democratico, che sta portando l’Italia verso il modello americano e sta distruggendo le fondamenta della Costituzione repubblicana e antifascista, è ancora più urgente dare corpo ad una presenza unitaria della sinistra”. Tra i firmatari di quel documento c’erano anche il filosofo Gianni Vattimo, il cantante del Teatro degli orrori Pierpaolo Capovilla e la band romana della Banda Bassotti.


Continua a leggere..

30 maggio 2016

La Francia ride di noi

Nei giorni scorsi è circolata in rete una foto che ci ha fatto molto indignare. Si trattava di uno striscione esposto in Francia, durante un corteo di protesta contro il loro Jobs Act.

Lo striscione in questione (foto seguente) diceva quanto segue: Non vogliamo fare la fine dell'Italia



Nonostante fossimo d'accordo con loro, per patriottismo, ci saremmo potuti comunque arrabbiare se non fosse che, se pur molto verosimile, si trattava di un fotoritocco.

Meraviglioso bambino

Ma che faccia fa questo bambino? Hahahahah


29 maggio 2016

Siamo all'età della pietra e gli altri volano

Sono tre giorni che non riesco a fare niente, o comunque molto faticosamente, con il computer. Ho una connessione che fa letteralmente cagare e pago profumatamente per questo disservizio. Siccome non c'è alternativa e non è possibile lamentarsi con qualcuno, ce la prendiamo letteralmete in quel posto.

Quelle poche volte che ho provato a reagire per un furto subito in bolletta, ho sprecato delle ore prima di poter far presente il LORO problema, dato che sono protetti da super filtri e muri di gomma. Mi facevano pagare delle cose che dovevano essere gratis, questi ladri.


Oggi giusto per curiosità, nonostante l'attendibilità non sia certificata da nessuno, ho provato a fare uno di quei test per misurare la velocità dell'adsl e nell'immagine sotto c'è il risultato. 

L'Italia è l'ultima nell'universo ed io sono sicuramente l'ultimo in Italia. Sono sicuro che anche chi non ha l'adsl ha una connessione più veloce della mia.



Fonte: blitzquotidiano.it dell' gennaio 2016
 
Classifica connessione internet in Europa: Romania 1a, Italia…

In testa c'è, a sorpresa, la Romania, che ha una connessione 7 volte più potente di quella italiana, seguita da Olanda (6 volte l'Italia), Svezia, Lituania ed Lettonia (5 volte l'Italia)



ROMA – Classifica degli Stati europei per velocità di connessione a Internet: l’Italia, con 8.73 Mbps (Megabit per second), è al penultimo posto su 28 Paesi membri (meno Malta, di cui mancano i dati). Peggio della Grecia, che ha una connessione che viaggia in media a 8.87 Mbps, e meglio solo della Croazia, ultima con 7.30 Mbps.

In testa c’è, a sorpresa, la Romania, che ha una connessione 7 volte più potente di quella italiana, seguita da Olanda (6 volte l’Italia), Svezia, Lituania ed Lettonia (5 volte).

Fra gli Stati con un territorio più esteso, dopo la Svezia (45.59 Mbps), c’è la Francia (31.51); seguono Gran Bretagna (29.41), Germania (26.78), Polonia (20.36) e, staccatissima, l’Italia. Questa la classifica completa, basata sui dati forniti da Net Index:

1. Romania 55.67 Mbps
2. Olanda 46.88 Mbps
3. Svezia 45.59 Mbps
4. Lituania 45.51 Mbps
5. Lettonia 39.15 Mbps
6. Danimarca 36.56 Mbps
7. Lussemburgo 36.46
8. Belgio 35.13 Mbps
9. Ungheria 33.39
10. Repubblica Ceca 30.58
11. Bulgaria 32.22
12. Francia 31.51
13. Gran Bretagna 29.41
14. Finlandia 28.68
15. Spagna 27.29
16. Germania 26.78
17. Estonia 26.21
18. Portogallo 26.12
19. Slovacchia 23.96
20. Austria 22.75
21. Polonia 20.36
22. Slovenia 20.22
23. Irlanda 19.76
24. Cipro 9.85
25. Grecia 8.87
26. Italia 8.73
27. Croazia 7.30






28 maggio 2016

La vendetta di Renzi

Abbiamo sentito tutti le parole di Renzi che prometteva di abolire Equitalia entro il 2018 ("Al 2018 Equitalia mi sa che non ci arriva mica"), ora si capisce perché: gli hanno mandato una cartella da duemila euro.


Fonte: Liberoquotidiano.it

Renzi "spennato", un grosso guaio. Gli arriva una cartella pazza di Equitalia: e ora..

"Ho appena ricevuto un messaggio da mia moglie. Dice che mi è arrivata una cartella di Equitalia da pagare". Così Matteo Renzi al G7, in uno scambio coi colleghi subito dopo il termine dei lavori. "Devo pagare duemila euro! E sa perché? Mi sono perso una multa, dovevo pagarla ma l'ho smarrita. Mia moglie me l'aveva data da pagare, ma io l'ho persa e poi me ne sono dimenticato. Ora mi tocca tirar fuori duemila euro ad Equitalia per una contravvenzione di tre anni fa", aggiunge un po' rassegnato.

Il punto, però, è che Renzi non si sente "in colpa" col Fisco. Anzi, tutt'altro. Come molti vessati da Equitalia e affini, anche il premier, ora, si sente vessato. "Erano i giorni dell'incarico con le riunioni, gli incontri al Quirinale - ha aggiunto coi colleghi -. Mi è proprio passata di mente e non l'ho nemmeno cercata". Una distrazione, che conta carissima. E il premier non si fa sfuggire l'occasione per spostare l'attenzione del problema: "Ecco - afferma mentre, stando al racconto de Il Messaggero, il portavoce Filippo Sensi provava a dissuaderlo -, dovrei spiegare perché occorre riformare Equitalia su Facebook proprio partendo da questa storia". Poi ci ripensa: "No, meglio di no. Meglio non farlo, perché altrimenti sai che dicono! Comunque la riforma di Equitalia va fatta. Basta con queste cartelle. Le tasse e le multe si devono pagare con un clic, un sms".

Continua a leggere..

Stoccolma è piena di zingari

Mi è capitato di leggere un articolo di un paio di anni fa in cui si parlava della schedatura dei rom da parte delle autorità svedesi e probabilmente, dopo la sollevazione popolare che ne è derivata, si è esagerato nell’altro senso e gli si è lasciato un po’ troppo spazio.

Di seguito ci sono le foto che ho scattato lo scorso agosto a Stoccolma. Quella dell’accampamento notturno l’ho fatta in un angolo del Sergels Torg, pieno centro della città.




Stoccolma, la discriminazione dei rom

La Svezia scheda gli zingari e la società si mobilita.

Oltre 4 mila nomi inseriti in una lista, compilata meticolosamente dalla polizia. Donne, uomini, bambini con una sola cosa in comune: l’appartenenza all’etnia rom.
L’elenco è restato segreto fino al 23 settembre, quando il quotidiano di Stoccolma Dagens Nyheter ne ha dato notizia. Facendo risvegliare la Svezia con il sospetto di essere un Paese molto meno aperto di quanto credeva.


LA SCHEDATURA DEI DIVERSI. Più di un quarto dei nomi contenuti nel registro (4.029 in tutto) appartengono a bambini, 842 hanno meno di 13 anni. Alcuni appena due.
Accanto a ogni nome c’è un indirizzo e legami di parentela: l’obiettivo della polizia, hanno rivelato i media nazionali, è avere una mappa sempre aggiornata per rintracciare in fretta cittadini di origine rom e conoscerne le frequentazioni.


NESSUN CRIMINE COMMESSO. Anche se non hanno precedenti penali: moltissimi degli schedati, infatti, non hanno mai avuto nulla a che fare con la giustizia svedese. Ma devono comunque essere tenuti sotto controllo.

UNA MAPPATURA COSTANTE. La gestione dell’elenco, secondo quanto riferito dalla stampa, è compito delle forze dell’ordine del distretto di Skåne, la contea più meridionale della Svezia. Che prima ha smentito l’esistenza di un registro stilato in base all’etnia, salvo poi rettificare e aprire un’indagine interna.
Troppo tardi però per arginare le polemiche e i fantasmi del Paese.

Non è la prima volta infatti che la civilissima Svezia viene turbata dalle discriminazioni razziali.

IL PICCO DI CRIMINI RAZZIALI. Le difficoltà nell’integrazione sono emerse con violenza in estate, quando le banlieu di Stoccolma sono state messe a ferro e fuoco dalla rabbia dei giovani immigrati a margine del sistema.
Ma era solo la punta dell’iceberg. Uno studio pubblicato ad agosto ha mostrato come nel 2012 oltre 3.500 crimini commessi nel Paese siano riconducibili all’odio razziale.
E i media nazionali hanno pubblicato rapporti riservati secondo i quali la polizia tende a fermare e controllare molto più spesso i cittadini di origine straniera di quelli svedesi, anche senza ragioni apparenti.


L’ESCLUSIONE DAL SOCIALE. Ma la storia del rapporto tra i rom – circa 50 mila, su 8 milioni di abitanti – e la società svedese è ancora più complicata.
«Quella rom è una comunità sottoposta a discriminazione ed esclusione sociale da molto molto tempo», ha ammesso pubblicamente Erik Ullenhag, ministro dell’Integrazione.


SENZA VOTO FINO AL ’60. Fino agli Anni ’60, infatti, ai rom è stato negato il diritto di voto, sono stati bollati come «indesiderabili», sono stati scacciati dai luoghi dove avevano deciso di stabilirsi e solo a pochi bambini veniva concesso di frequentare le scuole.
Un passao davvero poco edificante.


Continua a leggere..

27 maggio 2016

Closing party

Come anticipato nel precedente post, ieri sera, dopo la lezione, abbiamo fatto una festicciola per la chiusura dell'anno scolastico. 

Ecco le foto..







26 maggio 2016

Oggi finisce la scuola

Tra le mie tessere e biglietti da visita, ho trovato anche le due seguenti, dei vari corsi di inglese che ho frequentato negli anni. Ho iniziato nel 2005 con l'Università della terza età (prima che facciate battute, non è per i pensionati), per quattro anni, ed ho proseguito con l'associazione In Dialogo che poi si è scissa ed ho continuato con CSA (Centro Studi Associati).

Oggi è l'ultima lezione del mio undicesimo anno di corso.

Ricordo i primi anni, avevo una professoressa "retired" (pensionata) che non andava in Inghilterra da tanto. Non sto a sindacare sul suo inglese ma quelli che ho avuto dopo sono stati nettamente migliori.

A parte Michele, l'organizzatore dei corsi ed ottimo insegnate, ho avuto la gente più disparata e da tutte le parti del mondo: un australiano, una ragazza spagnola meravigliosa vissuta a Londra, una signora canadese, qualche supplenza con una ragazza di colore di cui non ricordo la provenienza, un ragazzo americano (di Pittsburg) e negli utlimi due anni, la titolare della cattedra è una signora del Galles.

Dopo tutti questi anni di lezioni, sono sicuro che potrei andare a vivere in un paese in cui si parla inglese, mi è più che sufficente per andare in vacanza ma se dovessi usarlo per lavoro sarei un po' titubante.


25 maggio 2016

La vacanza Francoforte è online

Dopo un lungo lavoro di selezione e di stesura, è finalmente online nel mio sito (www.sim1.it), la sezione riguardante la vacanza di Francoforte dello scorso giugno (dal 26 al 29), con il diario di viaggio, le foto e le didascalie.

Per accedere clicca quì oppure sopra l'immagine seguente.















24 maggio 2016

Incredibile, volerò con il Papa

Ho letto con molto interesse l'articolo del Carlino di qualche giorno fa che trattava della vicenda del volo per Vilnius del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. 

Riepilogo per sommi capi la vicenda: il cardinale Parolin, sulla scia riformista introdotta da Papa Francesco, effettua una scelta di sobrietà e sopratutto di contenimento dei costi e decide di prenotare un volo Ryanair invece che il solito Alitalia. Apriti cielo! Non l'avesse mai fatto.

Sembra che la compagnia di bandiera ci sia rimasta molto male e fino a quà non ci sarebbe niente male, se non fosse che la stessa compagnia è un importante investitore pubblicitario nei media della vaticani. 

Ne vedremo delle belle..


 
 
Nonostante sia stato tre volte a Vilnius, solamente una sono atterrato nell'aeroporto della capitale lituana (le altre due al Lidosta di Riga) che tra l'altro ha un nome molto particolare che sembra più brasiliano che baltico: oro uostas. A seguire alcune foto dell'aereoporto incriminato e l'articolo de ilrestodelcarlino.it




(Fonte: ilrestodelcarlino)

Il segretario di Stato viaggia low cost. Vola la rivalità sul cielo del Vaticano

CITTÀ DEL VATICANO, MAGGIO 2016 - VA BENE la spending review, ma poi c’è sempre qualcuno che si lamenta. Pare facile fare il vescovo-pastore che non bada a orpelli, minimizza su costi per ingiustificate misure di sicurezza, rifiuta biglietti di prima classe e altri lussi così come piace a papa Francesco che è stato il primo a dare questo esempio, dal rifiuto del Palazzo apostolico alla scelta di una utilitaria al posto delle scintillanti berline. Ma anche il corso di sobrietà che pure in tanti nella curia di Francesco intendono percorrere sentendosi più a loro agio con mezzi e metodi spartani, ha le sue spine, e fare scelte low cost quando si è prelati molto in vista ha conseguenze del tutto inaspettate.

È QUELLO che è successo al cardinale Pietro Parolin, il segretario di Stato vaticano che in queste settimane ha preso un volo low cost Ryanair per recarsi a Vilnius, in Lituania. Un gesto che ha fatto notizia perché il fatto che un prelato in carica di così alto rango prenda un volo a basso costo per sbarcare in visita ufficiale non si era mai visto. E in più, se si pensa che il predecessore di Parolin, il cardinale Tarcisio Bertone, amava mobilitare attorno a sé un dispositivo di sicurezza che almeno nelle uscite in Italia coinvolgeva tanto auto della Gendarmeria vaticana quanto della Polizia italiana, c’è di che stupirsene. 


Eppure la ben intenzionata mossa è diventata una specie di piccolo caso oltre le mura leonine. La Ryanair ha colto al volo l’occasione per farsi sentire col Vaticano, ringraziare per l’inattesa pubblicità e offrire nuovi voli promo per prossime missioni di esponenti vaticani. E addirittura proponendosi come prossimo vettore per il viaggio di papa Francesco in Polonia in programma a luglio. Tanto bene non l’ha presa però Alitalia, abituata ad essere la compagnia ufficiale che accompagna il Pontefice nei suoi viaggi internazionali e in genere la linea aerea di prima scelta per le missioni di esponenti vaticani quando si muovono da Roma. La compagnia ha fatto avere in via informale la sua protesta. Tra l’altro l’ex compagnia di bandiera è anche un forte investitore pubblicitario nei media vaticani, si guardi ad esempio al paginone pubblicato qualche giorno fa sull’Osservatore romano. 


Continua a leggere..